Base jumper russo morto sulla Cima Capi. L’uomo è deceduto durante il suo ultimo lancio dell’anno. L’allarme lanciato dalla comitiva.
LENDRO (TRENTINO) – Il 2019 si conclude con un nuovo incidente in montagna. Nel pomeriggio di martedì 31 dicembre 2019 un base jumper russo è morto sulla Cima Capi dopo un lancio. L’allarme è stato lanciato dalla comitiva dell’uomo che era pronto per il lancio.
L’arrivo dei soccorsi è stato immediato ma per la vittima ormai non c’era più niente da fare. Sul decesso della base jumper è stata aperta un’inchiesta e nelle prossime ore il magistrato potrebbe autorizzare l’autopsia per cercare di accertare le cause della scomparsa del russo che era arrivato in Italia per un periodo di vacanza.
Base jumper morto sulla Cima Capi, la ricostruzione
La Procura è al lavoro per ricostruire meglio la morte dell’uomo. Secondo le prime informazioni, il base jumper era arrivato sulla Cima Capi insieme ad un gruppo di amici per fare l’ultimo lancio dell’anno. Un 2019 che doveva essere concluso con la passione di una vita per il gruppo di amici ma una tragedia ha sconvolto il loro San Silvestro.
Il sovietico avrebbe perso il controllo durante il volo andando prima a finire contro i cavi dell’alta tensione e poi a sbattere contro un pilone. Autorizzata l’autopsia per capire le cause di questa morte.
Il bilancio si aggrava
Il bilancio dei base jumper morti si aggrava. Cima Capi e il Becco dell’Aquila sono i due posti più importanti in Italia per il lancio. Un’attività che ha portato molte persone a perdere la vita. Un numero in continuo aumento che ha superato le trenta persone in questo millennio.
Le tragedie sulla Cima Capi sono iniziate nel 2016 quando un ragazzo australiano ha perso la vita dopo un lancio. Un bilancio che rischia di aumentare nelle prossime settimane visto che molti appassionati frequentano questi luoghi per la loro attività di base jumper.